ANCL denuncia lo sfruttamento del lavoro nelle cooperative

 

Con il Prot. n. 1673/Pres dello scorso 11 ottobre, Dario Montanaro, Presidente Nazionale dell’ANCL segnala e denuncia un’attività irregolare di sfruttamento delle prestazioni lavorative attraverso il sistema della cooperative, un fenomeno che, oltre ad essere profondamente diffuso, determina gravi storture del mercato e danni per i lavoratori, soggetti a situazioni di illiceità diffusa.

Il messaggio è rivolto al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, ai Ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Interno e della Giustizia, Giuliano Poletti, Marco Minniti e Andrea Orlando, al Capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Paolo Pennesi, ai segretari nazionali di CGIL, CISL e UIL, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, al Presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, al presidente di Legacoop, Mauro Lusetti e al presidente AGCI, Rosario Altieri.

La denuncia del presidente del sindacato unitario dei Consulenti del Lavoro fa seguito a una precedente segnalazione alle parti sociali dello scorso marzo ed evidenzia, con rinnovato rammarico, che sull’intero territorio nazionale non solo proseguono, ma anche aumentano, le attività di sfruttamento delle prestazioni lavorative attraverso un sistema cooperativistico fittizio.

Il fenomeno ha visto una profonda proliferazione a causa della ridefinizione normativa dell’illecito relativo all’intermediazione illegale di manodopera, sulla quale, negli ultimi mesi, si è innestato e diffuso un sistema di dumping sociale determinato da diverse cooperative che vantano decine di unità operative in tutta Italia.

La strategia con la quale queste cooperative operano ha dei tratti distintivi ben definibili: hanno l’obiettivo e la finalità dichiarata di ridurre il costo del lavoro e sviluppano un articolato e pregnante sistema di pubblicità, rivolto in primo luogo alle imprese, che richiama la loro attenzione con frasi come:

Hai un’azienda? Scopri come risparmiare fino al 40% del costo del lavoro! Inizia subito!

Affidarsi alla cooperativa per generare flessibilità di esercizio delle attività (essendo una società che assume la responsabilità della gestione dello stesso)

In buona sostanza, però, al di là degli slogan ammiccanti, queste cooperative propongono di licenziare tutti i lavoratori, di procedere, loro stesse, a riassumerli e a gestire le prestazioni lavorative attraverso un contratto di fornitura di servizi al precedente datore di lavoro, incardinando una sorta di terziarizzazione e gestione delle attività aziendali.
Ovviamente il presunto risparmio del costo del lavoro si ottiene comprimendo i diritti dei lavoratori, in quanto gli stessi possono continuare a prestare attività lavorativa solo diventando soci della cooperativa e, quindi, accettando una riduzione dei compensi, operata direttamente sul netto, con incomprensibili trattenute.

L’Associazione Nazionale dei Consulenti del Lavoro ritiene che anche dal punto di vista previdenziale il lavoratore/socio subisca un notevole nocumento contributivo. Questa attività si fonda sull’applicazione di sconosciuti contratti collettivi di lavoro e di irrintracciabili livelli di inquadramento retributivo.

I Consulenti del Lavoro hanno già denunciato agli organi competenti questo fenomeno tuttavia ciò non ha prodotto, ad oggi, alcun intervento utile a sradicare realmente tale sistema di illecito diffuso. L’ANCL ritiene che, nell’attuale periodo storico, la scelta di comprimere i diritti dei lavoratori, come mezzo utile a perseguire una maggiore competitività sul mercato risulti, oltre che palesemente illecita, umiliante e mortificante per tutte le parti sociali coinvolte.

Per questo Dario Montanaro invita i rappresentanti del Governo e delle parti sociali alle quali indirizza la sua segnalazione-denuncia ad adottare adeguate iniziative tese a far cessare gli abusi descritti.

Simone Casavecchia:
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