CIG in deroga: episodi di violenza e minacce mentre le Regioni sono ferme

Con un recente Comunicato Stampa dello scorso 3 Aprile 2020 la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone segnala i gravi risvolti sociali dell’empasse sul pagamento della cassa integrazione guadagni in deroga da parte delle Regioni.

Nel Comunicato la Presidente Calderone oltre a dar conto del fatto che metà delle Amministrazioni Regionali sono ferme, riguardo all’erogazione della CIG in deroga, e che quindi le liquidazioni degli ammortizzatori sociali sono a rischio, segnala anche una Lettera, inviata al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, per segnalare episodi di violenza o minaccia alla Categoria.

Pagamenti della CIG in deroga: 10 Regioni ancora ferme

Sono 10 le regioni italiane (o provincie autonome) che non consentono ancora di presentare le domande di Cassa Integrazione in Deroga a causa di intoppi burocratici o trattative con le parti sociali che vanno per le lunghe. Abruzzo, Bolzano, Sicilia, Trento, Umbria, Valle d’Aosta non hanno ancora ufficializzato la data da cui sarà possibile inoltrare le istanze; mentre in Basilicata e Sardegna sarà possibile farlo dall’8 aprile; in Calabria e in Emilia-Romagna dal 6 aprile, ma in quest’ultima regione l’invio delle richieste per le 4 settimane precedenti si è concluso solo nei giorni scorsi.

Tutto questo comporta clamorosi ritardi che spostano in avanti la data di liquidazione ai lavoratori delle somme maturate per la Cig in Deroga, a cui sono ammesse tutte le aziende escluse dai trattamenti ordinari di integrazione salariale, per un totale di circa 2,6 milioni di lavoratori beneficiari.

Uno scenario a dir poco critico e grigio, con modalità diverse da regione e regione, che rendono difficili e tutt’altro che rapidi i tempi di erogazione degli importi: infatti, solo al termine dell’invio delle domande e dell’iter procedurale regionale viene comunicato l’esito all’Inps, che potrà provvedere al pagamento.

È evidente, quindi, il grande dispendio di energie fisiche e nervose per i Consulenti del Lavoro, impegnati a combattere contro il tempo, i disservizi informatici e le procedure burocratiche per assicurare ai lavoratori dipendenti delle aziende assistite il giusto sostegno.

Violenza e minacce verso i consulenti del lavoro: tenuta sociale a rischio

Ma l’esasperazione sociale, in costante crescita, sta creando anche tensioni diffuse, sfociate in tentativi di aggressione a Consulenti del Lavoro, erroneamente percepiti o ritenuti dai lavoratori quali responsabili della mancata percezione delle somme maturate a titolo di ammortizzatori sociali.

“Comprendiamo l’evidente disagio e disperazione dei lavoratori interessati, ma non possiamo essere noi a pagare oltremodo disservizi e lungaggini di procedure non idonee alla gestione di un evento così straordinario – dichiara Marina Calderone, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro -. L’integrità fisica e la sicurezza dei Consulenti del Lavoro non può essere messa in discussione. Basta già il massimo sforzo possibile che stiamo producendo per completare tempestivamente quanto di nostra competenza e lo facciamo tra difficoltà immani. Per questo motivo, – aggiunge – ho scritto al Ministro dell’Interno, Prefetto Luciana Lamorgese, per segnalare gli episodi di intolleranza e violenza e chiedere di rassicurarci del fatto che in nessun modo verrà tollerato alcun comportamento di violenza o minaccia nei confronti di chi è chiamato a svolgere la propria professione in questi difficili momenti”.

Delle difficoltà delle procedure per richiedere la CIG in deroga e dei disagi riscontrati dalla Categoria stato anche discusso nella diretta del 6 aprile di “Diciottominuti – uno sguardo sull’attualità”, sul sito www.consulentidellavoro.it e sulla pagina Facebook Consulenti del Lavoro.

Questo articolo è stato modificato per l'ultima volta il 8 Aprile 2020 14:26

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