Avvisi di addebito per contributi dei lavoratori domestici: la posizione di ANCL

Anche a seguito di una segnalazione della Presidente ANCL UP Viterbo, Anna Calabrò, il Presidente Nazionale ANCL, Dario Montanaro, ha inviato il 12 Dicembre una missiva (Prot. 2148/Pres.) indirizzata alla Direttrice Generale dell’INPS, Dott.ssa Gabriella di Michele e, per conoscenza, al Responsabile della Direzione Servizi agli utenti dell’INPS, Dott. Antonio Pone, e alla Responsabile della Direzione Centrale Entrate e Recupero Crediti, Dott.ssa Maria Sandra Petrotta.

Con questa recente missiva Dario Montanaro, in rappresentanza del sindacato unitario dei consulenti del lavoro, prende posizione riguardo a un problema che in queste settimane sta caratterizzando l’attività professionale di molti colleghi consulenti del lavoro.

Con il Messaggio n. 4929 dello scorso 07 Dicembre 2017, infatti, l’INPS segnalava che a partire dal prossimo 20 Dicembre si sarebbe proceduto alla formazione degli avvisi di addebito relativi a inadempienze relative ai contributi da lavoro domestico, accertate, confermate e contabilizzate entro il 31/12/2016. Tali inadempienze, a detta dell’INPS, erano state individuate e confermate a livello centrale e per essere non risultavano pagamenti effettuati o domande di dilazione presentate.
In vista della formazione centralizzata degli avvisi di addebito, l’INPS avvisava anche, nello stesso messaggio, che le strutture territoriali avrebbero proceduto ad attività di verifica delle inadempienze prelevate, secondo le modalità consuete.

Nelle scorse settimane anche la stampa ha dato conto di questa notizia, specificando che l’INPS stava inviando avvisi di accertamento per contributi da lavoro domestico omessi negli anni che vanno dal 2012 al 2016. Una testata giornalistica cartacea, a diffusione nazionale, ha parlato di 214.000 avvisi inviati dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale con raccomandata A/R, per importi che si attestavano intorno ai 10.000/12.000 euro.

La situazione è ampiamente confermata anche a livello locale: uno studio professionale di Viterbo, interpellato in merito, ha ricevuto una decina di avvisi di accertamento per rapporti di lavoro cessati negli anni 2006, 2007 e 2010. I contributi del cui pagamento si anticipava l’accertamento non erano, quindi, dovuti, dal momento che le cessazioni, almeno in questo specifico caso, erano state regolarmente segnalate, al momento opportuno, all’INPS, anche se non erano state registrate dall’ente, dando luogo così a una richiesta di accertamento non dovuta. In molti casi, poi, occorre ricordare che gli studi professionali, almeno in teoria, non sono più tenuti al possesso delle comunicazioni di cessazione dei rapporti di lavoro, dal momento che questi documenti sono prescritti se lontani nel tempo.

Dario Montanaro, nella sua missiva indirizzata al Direttore Generale dell’INPS, dott.ssa Gabriella Di Michele, esprime forte preoccupazione circa la possibilità che l’INPS, entro il prossimo 20 Dicembre, proceda effettivamente alla formazione degli avvisi di addebito.
Da diverse settimane, infatti, l’ANCL riceve dai propri iscritti segnalazioni riguardanti atti di accertamento che le rispettive aziende clienti stanno ricevendo: si tratta di atti riguardanti debiti per contributi per lavoratori domestici che risultano quasi sempre errati e, in realtà, riguardanti debiti contributivi che per varie ragioni sono inesistenti.

L’ANCL ritiene, quindi, che l’INPS debba articolare un’azione più approfondita e realmente finalizzata alla verifica di reali debiti contributivi e debba, soprattutto, definire in maniera attendibile il concetto di

“inadempienze accertate, confermate e contabilizzate entro il 31/12/2016 relative ai contributi da lavoro domestici”

Dario Montanaro e l’ANCL tutta, hanno scelto di prendere posizione sul fenomeno dei recenti accertamenti relativi a debiti contributivi per il lavoro domestico, al fine di evitare un inutile contenzioso tra datori di lavoro, assistiti dai colleghi consulenti del lavoro che, se davvero ricevessero un atto di accertamento, sarebbero costretti a rivolgersi alla Magistratura per accertare l’inesistenza di questi stessi debiti, e per evitare una pretesa contributiva illegittima possa consolidarsi.

Da parte sua l’INPS, nella sua azione amministrativa, deve tenere conto delle reali condizioni di esistenza dei crediti in discussione e viene, quindi, invitata a svolgere ulteriori e più attente verifiche; se ciò non dovesse avvenire l’ANCL si vedrà costretta a invitare i colleghi iscritti al sindacato unitario di categoria a formalizzare, per conto dei propri clienti, una procedura di diffida all’emissione degli avvisi di addebito.