Causali nei contratti a termine: ANCL risponde al Professor Alleva

Con una recente comunicazione (Prot. n. 1074 Pres) dello scorso 2 Luglio 2018, il Presidente Nazionale ANCL, Dario Montanaro, risponde alle comunicazioni del Professor Piergiovanni Alleva circa la reintroduzione delle causali nei contratti a termine, apparse lo scorso 1 Luglio sul quotidiano La Stampa.

L’intervento di Dario Montanaro si è reso necessario per difendere l’onorabilità degli iscritti al sindacato unitario dei consulenti del lavoro e di tutti i professionisti della categoria, a fronte di giudizi assai gravi e severi, come il seguente (tratto dallo stesso articolo di Pergiovanni Alleva):

“Oggi i consulenti del lavoro si stracciano le vesti perché vogliono le causali nei contratti a termine, perché si erano abituati a fare quello che volevano”

Dario Montanaro sottolinea, quindi, che il giudizio non è basato su alcun dato concreto e pare esser stato espresso in modo del tutto gratuito e ingiustificato, soprattutto perché riferito all’intera categoria professionale dei Consulenti del Lavoro. Una categoria che conosce meglio di ogni altra la realtà del mondo imprenditoriale e dei rapporti di lavoro, dal momento che quotidianamente opera a fianco di imprese e lavoratori.

Affermare che l’individuazione di causali per giustificare il termine dei contratti di lavoro possa diventare un problema per i Consulenti del Lavoro e per milioni di imprese assistite (qualora la misura dovesse essere effettivamente introdotta nel Decreto Dignità che il Governo si appresta a licenziare) è, per Dario Montanaro, un modo demagogico e riduttivo di affrontare una questione complessa che, peraltro, offende in modo inutile un’intera categoria di professionisti.

L’attacco del Professor Giovanni Alleva appare ancor più ingiustificato alla luce del fatto che sia un accademico di lungo corso, che si è occupato a più riprese di certe questioni, che ben dovrebbe conoscerne la complessità e che si tratta di un attacco fondato su informazioni del tutto sbagliate e prive di riscontri concreti.

A tal proposito Dario Montanaro ricorda come il Jobs Act sia stato elaborato e codificato senza il supporto dei Consulenti del Lavoro e che le parti politiche attualmente al Governo (e il Parlamento nell’esercizio della sua funzione legislativa), come le precedenti, hanno piena facoltà e pieni poteri di modificare la normativa vigente, così come i Consulenti del lavoro, chiamati sul campo ad applicare quella stessa normativa, hanno piena facoltà di valutazione delle riforme che il Parlamento e il Governo (di qualunque parte politica essi siano) attuano nel mondo del lavoro e delle imprese. Tale capacità di analisi e giudizio deriva anche dal fatto che i contratti individuali di lavoro in Italia li scrivono i Consulenti del Lavoro, più di chiunque altro.

In qualità di Presidente ANCL Dario Montanaro conclude che il sindacato unitario, come la categoria tutta, non è affatto preoccupata per le nuove disposizioni di legge e non avrà alcuna difficoltà ad assistere le aziende e stilare contratti di lavoro, anche a tempo determinato.
La vera questione su cui è necessario porre l’attenzione è un’altra: è errato guardare al rapporto di lavoro come fonte di “ricatto” da parte delle imprese verso i lavoratori. Si tratta, in questo caso di un modo inutilmente polemico e demagogico (oltre che sganciato dalla realtà), con cui affrontare il tema dell’occupazione e del lavoro stabile in questo Paese.

Dario Montanaro auspica, infine, che il Professor Piergiovanni Alleva, prima di lasciarsi andare ad affermazioni inutilmente offensive della categoria dei Consulenti del Lavoro, abbia davvero interesse ad approfondire la problematiche dei rapporti di lavoro ed in tal senso offre la sua piena disponibilità a fornire ogni necessario supporto tecnico per analizzare con la dovuta serietà e con il necessario approfondimento il lavoro dei consulenti e le numerose iniziative già realizzate per affrontare la lotta al precariato, come l’evento svolto lo scorso 17 aprile a Rimini, su appalti illeciti e caporalato, oppure le numerosissime sessioni di lavoro che, nel Festival del Lavoro conclusosi pochi giorni fa, hanno trattato di legalità, rispetto dei contratti e sfruttamento illecito del lavoro.