Come cambia la busta paga nel 2022

Pochi giorni ancora e si avranno gli effetti individuali degli ampi interventi riformatori del sistema di tassazione italiano, intervenuti a fine anno. Effetti che saranno amplificati dalle modifiche intervenute sul sistema degli assegni familiari rispetto ai quali cambia radicalmente la filosofia di
computo.

Insomma, le buste paghe dell’anno 2022 riserveranno diverse sorprese (non sempre piacevoli) per i lavoratori subordinati. Per prepararsi a questa fase la Fondazione Studi ha voluto anticipare gli esiti di queste modifiche, illustrandole in questo documento che analizza nel dettaglio le norme modificate.
Sono infatti già operative le disposizioni che modificano gli scaglioni e le aliquote di tassazione ai fini Irpef; le misure e le modalità di calcolo delle detrazioni per lavoro dipendente, pensione, redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente; la modalità di calcolo del “bonus 100 euro”.

Inoltre, risulta abrogata l’ulteriore detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente e assimilati, in caso di reddito complessivo superiore a 28 mila euro e fino a 40 mila euro, mentre viene riconosciuto un esonero contributivo parziale a favore dei dipendenti con reddito inferiore a 34.996 euro.
L’impatto sulla busta paga dei dipendenti sarà rilevante perché le suddette modifiche determineranno una differente misura delle ritenute fiscali e del bonus. Dalle proiezioni di questo lavoro scaturisce chiaramente una situazione di premialità per i redditi medio-alti.

Da non trascurare, poi, l’impatto che avrà l’introduzione dal mese di marzo dell’Assegno Unico Universale Familiare (AUUF), per il quale sono state stabilite delle regole stravolgenti la consolidata ritualità degli assegni familiari erogati in busta paga dal datore di lavoro. E non solo questo, perché la sua introduzione corrisponde all’abrogazione delle detrazioni fiscali per i figli a carico, questione non di poca rilevanza, particolarmente nelle famiglie numerose. L’assegno unico e universale, dunque, non transiterà in busta paga ma sarà corrisposto direttamente dall’Inps al lavoratore.

La mensilità di marzo sarà quindi da gestire con una buona informativa preventiva delle somme percepite in meno. E ciò perché i lavoratori subiranno una riduzione della somma corrisposta dal datore di lavoro, pari alla perdita delle detrazioni fiscali per i figli a carico e degli assegni per il nucleo familiare, e riceveranno dall’Inps (qualora abbiano provveduto a presentare autonomamente idonea domanda), l’importo dell’assegno unico e universale nella misura spettante in relazione alle condizioni patrimoniali familiari.

E questa è l’ultima (ma forse la più importante, anche se meno conosciuta) modifica in materia: l’AUUF, infatti, presenta dei criteri di calcolo differenti rispetto a quelli dell’assegno per il nucleo familiare e delle detrazioni fiscali, basati esclusivamente sul reddito percepito.

Ora la valutazione sarà affidata agli esiti dell’ISEE, con il conseguente coinvolgimento patrimoniale.

Le prime proiezioni effettuate non lasciano spazio a un grande ottimismo circa la quantificazione effettiva che, in moltissimi casi, risulterà essere una sorpresa, non sempre positiva.

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